venerdì 25 maggio 2012

Anche le aziende si accorgono dei papà. Come avrebbe detto Clinton: “It’s the economy, stupid”.

Uno studio del Princeton’s Center for Research on Child Wellbeing ha evidenziato che nei mesi successivi alla nascita di un bambino ci sono dei “momenti magici” durante i quali i nuovi padri sviluppano il loro rapporto con il figlio. Utilizzando un termine inglese si parla di “bonding” ovvero di creazione di un legame che, diversamente da quanto avviene per una madre, il padre deve costruire. I papà devono volerlo un po’ di più rispetto a quanto avviene generalmente per le madri perché, almeno teoricamente, le occasioni di contatto con il bambino sono minori e vanno cercate.
Considerando il nuovo ruolo di padre che si sta sviluppando anche in Italia, aumentano gli studi e le iniziative su questa novità che assume i contorni di un “nuovo fenomeno” da analizzare. L’importanza di questa svolta si capisce anche dal fatto che diverse aziende si rivolgono ai papà o avviano iniziative che prevedono il loro coinvolgimenti (es. “Momenti magici” di Jhonson’s).

Dal mio punto di vista, parafrasando una frase famosa, dico sempre che “dietro un grande papà c’è sempre una grande mamma” nel senso che la partecipazione attiva di un papà viene favorita anche dallo spazio che la mamma gli lascia, favorendo il suo coinvolgimento delle normali attività quotidiane, fondamentali per creare quella familiarità e quella complicità, soprattutto fisica, nel primo periodo di vita. Se è vero che molti padri scappano volentieri quando si tratta di cambiare un pannolino, succede altrettanto spesso che le mamme siano molto protettive verso il piccolo anche nei confronti del proprio compagno.

Ripensando ai mesi passati identifico come il mio “momento magico” sicuramente quello del parto. Per me c'è stato una specie di imprinting al contrario, nel senso che la magia della creazione di un legame è avvenuta attraverso lo sguardo dell’adulto verso il piccolo. E’ un momento della mia vita che rimarrà indelebile nella mia memoria. Il primo contatto è stato pochi minuti dopo la nascita quando mi è stata data in braccio per andare dalla pediatra per i controlli di routine. Avevo tra le braccia una piuma che sembrava avere un peso incredibile.  

6 commenti:

  1. http://congedoparentale.blogspot.se/2010/12/fra-hoa-hoa-dahlgren-ed-ibrahimovic.html

    Qui in Svezia nel 1990 solo il 3% erano apertamente positive al congedo parentale per i papà, ora solo il 4% sono negative al fatto che i padri stiano a casa mentre più del 33% sono positive ed hanno politiche aziendali che lo incentivano.

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    1. Post interessante.
      In Italia siamo ancora molto indietro... ma qualcosa sta cominciando a muoversi.

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  2. "Avevo tra le braccia una piuma che sembrava avere un peso incredibile." mai ho sentito frase più azzeccata. per quanto mi riguarda, il momento in cui mio marito è venuto da me con quel fagottino in braccio dopo i controlli di routine è stato il più bello della mia vita.
    hai ragione, sono anche la mamme che devono lasciar farei papà, creare delle occasioni solo per loro e perchè no, dargli fiducia. troppo spesso sento donne fare battute su come fanno male certe cose i loro mariti (dallo scegliere i vestitini al pulire le cacche). io ti dico che mio marito che ha sempre collaborato (e non "aiutato") alla pari con me ha un bellissimo rapporto con i suoi figli ed in particolare con il più grande di cui si occupa principalmente lui in certi momenti della giornata. riguardo ai congedi parentali, fino a si darà per scontato che per ogni gravidanza bisogna stare minimo un anno a casa mentre i mariti già è tanto se ci stanno 2 giorni, le donne saranno tagliate fuori dal mercato del lavoro e i risultati sull'economia si vedono.

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    1. Mi piace il termine "collaborazione", l'aiuto sembra qualcosa che arriva in più per un compito che comunque è di altri.

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  3. Sul congedo sono per la flessibilità: che in famiglia ci sia libertà in modo da garantire vari aspetti sia l'armoinia dei figli che eventuali percorsi lavorativi dei genitori. Il problema è che sia per mamme che per i papaà (almeno in qs momento in Italia) il lavoro non ti rincorre... anzi si è costretti a tenerselo stretto magari rinunciando a congedi invece ritenuti importanti.
    Sulla collaborazione, devo dire che mia moglie mi ha responsabilizzato così bene che di fatto ormai i ruoli - rispetto alle consuetudini - si sono invertiti. Ma io mi diverto...

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    1. Purtroppo il momento è tale che le opportunità di lavoro sono sempre più precarie. Siamo in un periodo in cui i più elementari diritti sembrano essere dei privilegi solo di alcuni.
      La famiglia non può che risentirne e fare appello a tutte le energie in campo per andare avanti secondo il proprio progetto familiare.

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