lunedì 17 dicembre 2012

I clown di corsia fanno bene non solo ai pazienti.


Ricordi di una mattina in ospedale.
Vedo passare una barella con un bambino accompagnato in sala operatoria dai genitori e da un paio di clown di corsia. Mi si stringe il cuore a vedere quel bambino così piccolo sdraiato sulla barella, coperto da un lenzuolo bianco che lascia fuori solo il viso e una mano per mantenere il contatto con i genitori.  
Noi siamo ancora in dolce attesa, la nostra piccola è ancora nel pancione della sua mamma. Siamo lì per alcuni controlli. Io sono seduto su una sedia della sala d’aspetto, assorto nei miei pensieri cercando di scacciare quelli più brutti.
I clown salutano il bambino e rimangono qualche minuto nella sala d’attesa. Capiscono che il mio umore non è dei migliori, sicuramente per aver sviluppato una particolare sensibilità che fa leggere loro i segni nascosti nei gesti e nelle espressioni degli altri. Le sedie accanto a me sono vuote. Ho scelto proprio quel posto per starmene un po’ da solo.
D’improvviso i due clown si dirigono verso di me, si siedono vicino. Io faccio finta di niente ma loro vogliono coinvolgermi. All’inizio sono un po’ indispettito. “Perché non mi lasciate in pace” penso, ma non voglio dirlo.
Con qualche battuta riescono ad alleggerire l’attesa. Almeno per qualche minuto mi aiutano ad allontanare quei brutti pensieri.
Ricordo ancora con piacere quella breve incursione nella mia vita.
 
Vale la pena interessarsi agli altri anche a costo di passare per scocciatori. Partendo da quelli che ci stanno più vicini, perché alcune volte la vicinanza fisica ci porta a dare per scontato un’attenzione emotiva che non viene percepita. Non fermarsi al primo no, perché magari detto d’impulso senza neanche pensarci. Certo, con tatto e con attenzione perché non sempre si ha a disposizione un naso rosso da clown per rompere il ghiaccio.
 

11 commenti:

  1. Sai che non li ho mai visti dal vivo? Però penso che siano persone magnifiche davvero e mi piacerebbe poterglielo dire di persona un giorno.

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  2. Credo che sia una delle associazioni più meritevoli. Tra l'altro il lavoro che fanno non e' per niente semplice e loro sono tutti dei gran professionisti. Sosteniamoli se possiamo!!!!

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  3. Noi (dico noi, ma in realtà era ricoverata la mia secondogenita di 20 mesi con il suo papà: io con una bambina di due mesi non sono potuta rimanere giorno e notte perché i medici mi hanno consigliato di tenere la piccolina lontana dall'ospedale) siamo stati ricoverati in Pediatria a Pesaro qualche anno fa. Oltre ai clown, c'erano delle lettrici volontarie (che adesso conosco, perché gli amanti della lettura per bambini sono una nicchia e si finisce per conoscersi tutti). Sono delle persone di straordinaria umanità e che in quei momenti sono veramente una mano sulla spalla.
    Ciao e un abbraccio.

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    1. Danno un grande sostegno in momenti veramente particolari.

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  4. anni fa ho seguito un corso di animazione pediatrica e svolto volontariato nel piccolo ospedale vicino casa... un'esperienza splendida... I clown in corsia hanno tutta la mia stima... Assicuro che non è per niente facile, ma la loro presenza è semplicemente unica, la relazione che riescono a creare coi bambini è fantastica. Grazie al loro aiuto li convincono a introdurre un sondino (una delle cose più fastidiose e difficili da accettare...) e a coltivare il sorriso. La cosa che mi porterò dietro a vita è l'insegnaento di questi bambini: sono più forti e combattivi di noi adulti di fronte a una malattia e hanno tre armi che noi grandi dovremmo recuperare: la voglia di vivere, il sorriso e la spensieratezza.

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  5. Che bei pensieri, grazie di averli condivisi

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