lunedì 3 ottobre 2016

Il saggio non sempre è saggio

Ogni tanto capita, almeno a me, di servirsi chiedere “Perché lo fai?”.
Ad esempio “Perché scrivi un blog?” che implicitamente intende cercare una spiegazione del fatto che stai facendo una cosa senza che nessuno ti paghi. Oppure “Perché non provi una maratona?” Questa è più esplicita e di solito è legata al fatto che uno va a correre per diversi chilometri. La risposta è semplice “Perché mi diverto”, “Perché mi rilassa” o “Perché mi piace”.
Sembra che non siamo più capaci di fare qualcosa senza un obiettivo concreto e che, soprattutto, senza che possa essere visibile agli occhi degli altri.

Lo stesso atteggiamento viene trasposto pari pari nei confronti delle attività da far svolgere ai nostri figli.
Così accade che, per alcuni corsi, anche per bambini di cinque o sei anni già dalle prime lezioni di ottobre si imposti il saggio del periodo natalizio e che da gennaio si lavori per il saggio finale di giugno. Addirittura con la preoccupazione di perdere le lezioni per una settimana di malattia perché gli altri imparano esercizi nuovi e “si rimane indietro”. Il tutto con estenuanti confronti di colore per trovare la tonalità della calza che si intoni meglio con quella del body. Che neanche Miranda Priestly de “Il diavolo veste Prada”.  
Per altri corsi, invece, si pianificano già tornei domenicali con trasferte anche a molti chilometri di distanza. Diventa veramente “ogni maledetta domenica” per tutti, genitori e figli, che dopo una settimana di scuola e lavoro devono svegliarsi all’alba per fare una partitella che potrebbero tranquillamente fare nel parco vicino a casa, però senza l’ufficialità di una classifica.      

Un po’ fuori dalle logiche dei corsi per bambini chiedevo timidamente a chi ne aveva più esperienza di me, vista la varietà delle attività proposte, se ne esistesse almeno una che avesse quella che, secondo me, è la dovuta leggerezza di un corso per bambini. Sembra di no. Alla fine emerge che sono i genitori che chiedono una certa disciplina, che vogliono vedere qualche tipo di risultato e che, nonostante quanto detto nei corridoi, vogliono avere una o più occasioni di uscire di casa armati di telecamera e smartphone per immortalare i propri figli in partite o saggi.
    
Quest’anno siamo riusciti a trovare un corso che di fronte a domande come “Fanno un saggio a fine anno?” “Ma cosa imparano di preciso?” prevede una sola risposta “Fanno movimento divertendosi”.
Per me, il risultato più importante.

3 commenti:

  1. Su questo devo dire che i francesi mi piacciono: per loro l'importante è fare sport, da piccoli e da grandi. Poi chi vorrà fare l'altleta lo farà, ma chi vuole solo fare sport per stare bene e divertirsi non avrà porte sprangate, anzi!

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  2. L'importante è trovare la propria dimensione.
    Anche io sono sempre sfuggita ai corsi impostati come descrivi tu.
    Io sono per L'attività fisica con divertimento.

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  3. Verissimo!Tra l'altro vivendo in una società altamente competitiva si rischia di travolgere e soffocare il "tempo" che soprattutto per i più piccoli è il migliore alleato per diventare persone belle, complete, felici...ci si dimentica spesso che l'obiettivo principale per i nostri figli è la felicità...quest'anno ho iscritto il mio patatino a teatro in movimento, ha sei anni, ha qualche problemino nella didattica perchè un pò più lento nell'apprendimento...spero si diverta! :-)

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